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Una tecnica per ottenere una corretta infra-occlusione mediante analisi digitale con T-Scan

La letteratura internazionale concorda nel considerare il sovraccarico occlusale la maggiore causa degli insuccessi a lungo termine delle implanto-protesi, comprendendo in questa statistica gli svitamenti, le fratture della ceramica e il riassorbimento crestale peri-implantare [2] [3] [4] [5]

C. Misch, nel lavoro più conosciuto del 2005 [1], ha dettato le principali linee guida per una corretta occlusione basate su considerazioni biomeccaniche, prima fra tutte quella di evitare che nelle edentulie parziali l’intrusione del dente naturale possa comportare un sovraccarico sulla implanto-protesi che ne è priva.

Il protocollo operativo presentato consente di ottenere una occlusione corretta, in questi casi, con l’ausilio di tecniche di analisi occlusale digitalizzate escludendo ogni possibile sovraccarico.

Materiali e metodi

La tecnica descritta viene ormai utilizzata di routine nei pazienti con edentulia parziale dei settori posteriori che ricevono riabilitazione con protesi sostenuta da impianti (PSI).

Il T-Scan consente un’analisi digitalizzata della distribuzione spaziale e temporale di ciascun contatto in una registrazione dinamica. Possiamo dunque identificare i contatti di maggiore intensità e la loro sequenza temporale in una scala di millisecondi.

Le registrazioni con T-Scan vengono generalmente ottenute al massimo della forza in occlusione di massima intercuspidazione (Fig. 1) ma se facciamo occludere il paziente sul sensore in maniera leggera e lo portiamo al massimo della forza in maniera progressiva nell’arco di qualche secondo, possiamo analizzare l’incremento dei contatti sia in quantità che in intensità nonché la loro sequenza di ingresso nell’occlusione.

registrazione occlusale normale alla massima forza

Fig. 1. Registrazione normale alla massima forza (linea nera)

Nell’aggiustamento occlusale della protesi in ceramica si esclude qualsiasi contatto della PSI fino al 50% della forza quando i contatti dei denti naturali sono già presenti e stanno incrementando la loro intensità (Fig. 2).

nessun contatto occlusale su PSI al 20% della forza

Fig. 2. Al 20% della forza, nessun contatto sulle PSI.

 

Dopo il 50% anche la PSI inizia a mostrare contatti (Fig. 3) e quando si raggiunge il 100% della forza avrà contatti di intensità pari al dente naturale (Fig. 4).

leggero contatto occlusale al 50% della forza

Fig. 3. Al 50% della forza inizia ad apparire un leggero contatto sulle due PSI

contatti occlusali su denti e PSI uguali alla massima forza

Fig. 4. Alla massima forza i contatti su denti e PSI sono uguali

 

I pazienti vengono controllati periodicamente con nuove registrazioni confrontabili alle precedenti e con radiografie endorali standardizzate.

Risultati

Nessun paziente ha evidenziato ad oggi alcun segno di sovraccarico quale svitamento, frattura della ceramica o perdita ossea crestale.

Discussione

Misch, tra le regole della Implant Protected Occlusion, ha sottolineato l’importanza della infra-occlusione necessaria sull’impianto a causa della notevole differenza di intrusione (3-5 µ) rispetto al dente naturale (25-100 µ). Una uguale equilibratura comporterebbe un sovraccarico sull’impianto quando si arriva al massimo della forza occlusale e della relativa intrusione del dente naturale.
Troppo spesso però la infra-occlusione è stata disintepretata affidandosi, almeno nelle edentulie parziali, ad una sotto-occlusione casuale magari esagerando nella supposizione di una maggiore sicurezza.

Anche se questa abitudine mette sicuramente al riparo dalle abitudini parafunzionali, e pur ammettendo che l’occlusione non si modifichi di conseguenza, avremo comunque in quel punto minore capacità funzionale ed il bolo alimentare di maggiori dimensioni causa una resistenza maggiore.

Con le carte d’articolazione cercavamo di ottenere la infra-occlusione con carte di progressivo spessore arrivando al contatto occlusale della PSI solo con quelle da 100 µ. Ora, con la tecnica di registrazione progressiva, abbiamo dati quantificabili con la possibilità di archiviare il dato e confrontarlo con nuove registrazioni di follow-up che aumentano la compliance del paziente nei confronti dello studio.

 

BIBLIOGRAFIA
[1] Yongsik Kim, Carl E. Misch: Occlusal considerations in implant therapy: clinical guidelines with biomechanical rationale ; Clin Oral Impl Res 2005, 16: 26-35
[2] Etiology and measurement of Peri-implant Crestal Bone Loss (CBL) – A. Naveau et al J. Clin. Med. 2019, 8, 166-186
[3] Distinguishing predictive profiles for patient-based risk assessment and diagnostics of plaque induced, surgically and prosthetically triggered peri-implantitis L. Canullo et alClin. Oral Impl. Res 00, 2015, 1–8
[4] The role of occlusion in implant and peri-implant condition: a review. CV Graves, The Open Dent Journ, 2016,10,594-601
[5] Repair of peri-implant bone loss after occlusal adjustment: a case report Merin RL J Am DentAss 2017 Feb 148 (2); 106-112

L’autore

Dr. Marco Boatta

Dr. Marco Boatta

Medico odontoiatra, specialista in Neurologia. Da molti anni ha dedicato particolare attenzione alle patologie disfunzionali e ai disturbi dell'occlusione, con relazioni tenute sull'argomento. Svolge la sua attività come libero-professionista in Roma.

Per saperne di più

T-Scan

T-Scan è un sistema che rileva la tempistica delle relazioni occlusali. Si tratta di uno strumento irrinunciabile per l'analisi occlusale digitale, perfetto per il medico odontoiatra moderno che desidera aumentare la compliance dei propri pazienti.

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